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Pillole della salute
A cura della redazione
Facciamo il punto sugli ictus

Facciamo il punto sugli ictus

Tipi, sintomi e cause degli ictus

L’Ictus è un deficit neurologico che insorge in maniera improvvisa, può provocare danni transitori o persistenti e può essere causato da:

  • ischemie;
  • emorragie cerebrali;
  • embolie del cuore o dei grandi vasi;
  • compromissioni delle arterie di piccolo calibro;
  • altre condizioni (es. malattie genetiche, anomalie della struttura dei vasi sanguigni, infiammazioni, consumo ed abuso di sostanze, riduzione dell’apporto cerebrale di ossigeno, etc.).

TIPI DI ICTUS

Esistono tre tipi di ictus:

  1. Ictus ischemico (Stroke): si verifica quando le arterie cerebrali vengono ostruite da un coagulo di sangue o da una placca (aterotrombosi);
  2. Ictus emorragico – Emorragia cerebrale: si verifica quando un’arteria cerebrale viene danneggiata o si rompe provocando fuoriuscita di sangue che fa pressione all’interno della scatola cranica;
  3. Attacco ischemico transitorio (TIA): ictus che non provoca la morte delle cellule cerebrali ma paralisi momentanee che non superano le 24 ore.

ICTUS: I SINTOMI
I sintomi che più frequentemente si manifestano in caso di ictus sono:

  • debolezza o paralisi completa (plegia) o incompleta (paresi) a carico di un arto o di entrambi gli arti controlaterali (ossia se la lesione è a destra il deficit è a sinistra e viceversa);
  • deviazione dello sguardo verso il lato della lesione;
  • perdita della sensibilità (anestesia) o riduzione (ipoestesia) in un arto o negli arti controlaterali, a seconda di quanto è estesa la lesione nelle aree del cervello deputate alla percezione delle sensibilità (tattile, termica, dolorifica, del senso di posizione o propriocettiva, etc.);
  • un disturbo del linguaggio, o afasia, inteso come impossibilità a pronunciare parole e frasi nel caso in cui viene colpito l’emisfero cerebrale sinistro nei soggetti destrimani, mentre se viene colpita la corrispondente regione dell’emisfero cerebrale destro si verifica un deficit dell’orientamento spaziale dell’attenzione chiamato neglect, ossia una negligenza per l’emispazio controlaterale;
  • perdita del controllo sfinterico;
  • perdita improvvisa di alcune forme di memoria.

Questi sono i sintomi che più frequentemente si verificano in caso di ictus che colpiscono le regioni cerebrali anteriori e medie (frontali e parietali).

Se l’ictus coinvolge aree cerebrali site più posteriormente (aree parietali e occipitali) possono verificarsi anche:

  • deficit del campo visivo controlaterale più o meno completi: emianopsie (nel caso di perdita della metà controlaterale del campo visivo), quadrantopsie (nel caso di perdita dei quadranti, superiori o inferiori, del campo visivo controlaterale);
  • vertigine;
  • atassia (mancanza di coordinazione nei movimenti);
  • nausea e vomito;
  • disartria (difficoltà nel pronunciare correttamente le parole);
  • disfagia (difficoltà nella deglutizione).

Per quanto riguarda l’ictus ischemico i sintomi sono variabili per gravità e tipologia e dipendono dalla regione cerebrale coinvolta dall’ischemia – necrosi (cioè dalla morte delle cellule nervose) causate dalla mancata ossigenazione, con l’arrivo del sangue arterioso, che la perfusione ematica comporta.

Il paziente con emorragia cerebrale presenta cefalea, vomito, (segno, in questo caso, di ipertensione endocranica) e alterazione dello stato di coscienza, ossia coma.
A questi sintomi si associano quelli dovuti alla distruzione delle aree cerebrali (deficit motori i più frequenti, afasia, etc.), con una progressione temporale tanto più rapida e devastante quanto più consistente e rapido è lo stravaso del sangue sotto pressione.

ICTUS: I FATTORI DI RISCHIO
Si distinguono in fattori di rischio modificabili e non modificabili.
Tra i fattori di rischio modificabili per l’ictus si hanno:

  • ipertensione arteriosa;
  • malattie cardiache ( quali la fibrillazione atriale ; infarto miocardico; scompenso cardiaco; malattie coronariche; alcune malformazioni cardiache);
  • diabete mellito;
  • alcune condizioni metaboliche quale aumento di omcisteina nel plasma, acido urico, colesterolo, trigliceridi ;
  • obesità;
  • placche aterosclerotiche dell’aorta o delle carotidi;
  • occlusione ( stenosi) di aorta, carotidi, arterie degli arti inferiori;
  • consumo di fumo, alcool e droghe;
  • condizioni di trombofilia;
  • anemie severe;
  • sindrome delle apnee ostruttive del sonno ( O.S.A.S.);
  • broncopneumopatie con incremento della viscosità ematica;
  • forti emicranie;
  • trattamenti chemioterapici.

Tra i fattori di rischio non modificabili:

  • età;
  • sesso;
  • etnia.

La correzione dei fattori di rischio modificabili e l’adozione di un corretto stile di vita con regolare svolgimento di attività fisica ed il contenimento/abolizione delle abitudini voluttuarie costituiscono l’unica prevenzione efficace contro le malattie cerebrovascolari.

ICTUS: ALCUNI NUMERI
Le manifestazioni acute delle malattie cerebrovascolari rappresentano la terza causa di morte nell’occidente e la prima condizione di invalidità permanente nell’adulto.
L’incidenza (numero dei nuovi casi sul totale della popolazione in un determinato intervallo di tempo) delle malattie cerebrovascolari è pari a 220 casi /100.000 abitanti /anno, superiore a quella dell’infarto del miocardio, in relazione all’aumento dell’età media della popolazione.


I costi sociali sono elevati, in quanto la prevalenza (numero dei casi sul totale della popolazione ad una certa data) è pari a cinque volte l’incidenza di ictus.
Il sesso maschile (7,4%) risulta più colpito del femminile (5,9%).
Alla prevalenza dell’ictus va aggiunta quella delle demenze vascolari, che rappresentano la seconda causa di deterioramento cognitivo patologico.
Oggi l’accezione di malattia cerebrovascolare utilizzata dalla O.M.S. accomuna sotto lo stesso termine:

  • malattie del circolo coronarico;
  • malattie del circolo cerebrale;
  • scompenso cardiaco;
  • arteriopatia obliterante degli arti inferiori.

Ma tale associazione non deve fare intendere che tutte le malattie “cardiovascolari” condividano un’unica patogenesi di tipo aterotrombotico a carico dei vasi di medio e grosso calibro.
Infatti nelle malattie cerebrovascolari acute questa condizione rappresenta una minoranza delle situazioni a base dell’ictus.

Le malattie cerebrovascolari hanno incidenza crescente con l’età e ogni anno in Italia si verificano circa 200.000 ictus, 80% dei quali sono episodi nuovi mentre il 20% sono recidive che colpiscono soggetti già colpiti in precedenza.
La mortalità correlata alle malattie cerebrovascolari a 30 giorni dall’evento è pari al 20-25%, mentre quella ad un anno arriva al 30-40%.
Per le emorragie i tassi di mortalità e disabilità precoce sono più alti, mentre gli esiti a lungo termine non sono peggiori rispetto agli ictus ischemici di pari violenza lesionale.