Secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità - www.who.int) il fumo rappresenta la maggior causa prevenibile di morte.
Un fumatore ha un’aspettativa di vita di 10 anni inferiore ad un non fumatore: in pratica c’è un giorno di vita in meno per ogni settimana di fumo. Chi smette guadagna dai 3 ai 9 anni di vita. Ogni anno in Italia muoiono a causa del fumo 90.000 persone.
Di 1000 adulti che fumano 250 (ben un quarto!) saranno colpiti da patologie correlate al tabacco.
Attualmente in Italia fuma il 22,3% della popolazione (per il 64,6% uomini e per il 35,4% donne).
Negli anni scorsi si era verificata una netta tendenza al calo, ma purtroppo, negli ultimi 8 anni, questa si è esaurita ed ora la percentuale dei fumatori è in lieve ascesa.
I danni biologici del fumo riguardano quasi tutti gli organi ed apparati del nostro corpo.
- Apparato respiratorio: il fumo aumenta di 17 volte il rischio di tumori polmonari e di 16 volte quello di tumori delle vie aeree superiori, mentre il rischio di bronchiti croniche risulta aumentato addirittura di 30 volte.
- Apparato cardio-vascolare: il fumo aumenta la pressione arteriosa, incrementa il colesterolo ed i trigliceridi e favorisce la trombosi. Queste alterazioni, a loro volta, facilitano la comparsa della malattia aterosclerotica in varie sedi: cuore (angina e infarto); cervello (ictus); arterie periferiche. Sistema nervoso: le azioni nocive a suo carico sono dovute soprattutto alla nicotina. Questa danneggia il cervello con la comparsa di dipendenza chimica e di una sindrome da astinenza nel momento in cui la sua assunzione viene interrotta. Da sottolineare il fatto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità classifica il tabagismo come una malattia da dipendenza di sostanze psicoattive (=le c.d. droghe). Anche i nervi periferici soffrono della tossicità del fumo con frequente comparsa o peggioramento di nevriti.
- Apparato digerente: oltre a favorire la comparsa di tumori in varie sedi digestive (bocca, esofago, pancreas, fegato), il fumo favorisce anche vari disturbi funzionali: allo stomaco (gastriti, ulcere) e al colon (colon irritabile).
- Apparato riproduttivo: nel maschio si verifica una diminuzione della potenza erettile e della fertilità, nella femmina: alterazioni ormonali, menopausa precoce, maggior rischio di cancro uterino, danni al feto in gravidanza.
- Apparato urinario: rischio aumentato di cancro della vescica.
Infine anche il sistema neuro-vegetativo, un vero regista della nostra salute, è alterato dalla nicotina e ciò si riflette sulla funzionalità di tutti gli organi.
Non è strano che il fumo crei una serie così numerosa di danni all’organismo se si considera che durante il processo di combustione della sigaretta, si formano circa 4000 sostanze chimiche diverse. Di queste le più importanti sono:
- la nicotina responsabile dei danni neuro-psichici;
- il monossido di carbonio responsabile dei danni cardio-vascolari;
- vari ossidanti ed irritanti che creano danni respiratori e cardio-vascolari;
- numerose sostanze cancerogene.
Per quanto riguarda il fumo passivo, nonostante il fatto che le sostanze nocive del fumo siano contenute in esso in concentrazioni minori, è stato accertato che esso aumenta però ugualmente e in modo notevole i tumori respiratori, le bronchiti croniche e le malattie cardio-vascolari. Si è inoltre constatato che i bambini dei fumatori hanno il 38% in più di infezioni delle vie respiratorie superiori.
COME SMETTERE DI FUMARE
Va premesso che tutti, prima o poi riescono, se lo vogliono veramente, a smettere. Purtroppo la maggior parte delle persone lo fa quando si sono già verificati dei danni gravi alla salute. Che non sia così difficile riuscirci è provato dal fatto che, in Italia, gli ex fumatori sono ben 7,1 milioni cioè il 13,5 % della popolazione.
La condizione indispensabile di base per riuscirci è l’intenzione, l’aver davvero deciso cioè, di provarci seriamente. Tale decisione deve essere stata maturata lentamente, per un lungo periodo di tempo nel corso del quale il proposito dell’astinenza deve arrivare ad affacciarsi quotidianamente alla mente in modo martellante e quasi ossessivo. Quando questo indispensabile periodo di maturazione è trascorso, è necessario che il tentativo venga attuato in un periodo esistenzialmente tranquillo.
A questo punto, fermo restando che si può riuscire a smettere anche con la sola forza di volontà (ci riesce il 3% delle persone), qualora si ritenga necessario un aiuto si tratta di individuare quello che si ritiene essere il più adatto al proprio caso tra i tanti strumenti coadiuvanti che vengono proposti:
Tecniche di condizionamento psicologico e comportamentale;
- Agopuntura;
- Farmaci (ansiolitici, Bupropione, Vareniclina);
- Gomme da masticare o cerotti alla nicotina;
- Sigarette elettroniche.
Questi strumenti hanno tutti un certo grado di validità, ma ciò che conta di più per la riuscita dell’astinenza permanente dal fumo, è costituito dal fatto di aver ben maturato preventivamente una forte intenzione di smettere.
Il periodo più difficile è il primo mese. Infatti, durante questo primo periodo di astinenza, il desiderio della sigarette è continuo ed intenso perché vi è una componente di dipendenza fisica che si aggiunge a quella (di gran lunga maggiore) psicologica.
Dopo il primo mese il desiderio diviene più saltuario e subdolo, legato alla componente emotiva, e si presenta solo in occasioni particolari, ad esempio dopo un pranzo o una cena con gli amici.
Spesso, in questi casi, ci si lascia andare a fumarne “una sola” (tanto ormai si è smesso…). Ma quel cedimento segna quasi sempre l’inizio della graduale ripresa del vizio.
Un ultimo consiglio: tentare di smettere avendo sempre a disposizione il proprio ultimo pacchetto di sigarette per ricordare a se stessi che si è smesso non perché ci è stato imposto da altri, ma perché lo si è scelto deliberatamente.
Infine un accenno all’aumento di peso. Esso è in genere modesto: 3-4 Kg che poi si riperdono facilmente in poco tempo. Ingrassano molto solo coloro che sostituiscono il piacere psicologico della sigaretta con quello del cibo e si sovralimentano in modo esagerato.